
Psicologia e marketing: 5 teorie dimostrano il legame indissolubile
Psicologia e marketing. Due facce della stessa moneta. Perché per coinvolgere un ipotetico utente e aumentarne l’interesse verso un prodotto, un’idea, semplicemente un punto di vista o un’opinione, l’arte più utile e sopraffina è quella di conoscere e indagarne la mente. Oggi più che mai, dato che l’informazione non è quasi più generalista ma mira a puntare direttamente su target specifici di fruitori. Soprattutto in quest’epoca 3.0, dove un’azienda, un brand, una notizia qualsiasi, hanno come canale preferenziale i social media. Per arrivare direttamente sotto gli occhi di più persone possibili. E renderlo anche attraente. E fare in modo che, in mezzo a questo mare enorme di concorrenza, il nostro messaggio sia il più cliccato.
Per ottenere il migliore successo possibile attraverso le strategie di marketing, un ottimo comunicatore non può assolutamente fare a meno dello strumento imprescindibile per creare contenuti efficaci. Stiamo parlando della capacità di conoscere l’animo umano. Nel suo aspetto più immediato, quello pratico e pragmatico, che ci fa optare, più o meno inconsciamente, verso una soluzione e una decisione piuttosto che verso un’altra. Comanda sempre lei: la nostra testa, i nostri pensieri, abitudini. Esperienze passate e presenti. Un’enciclopedia condivisa o meno di situazioni e conoscenze. Influenzate dai ritmi della vita quotidiana, per molti fatta di frenesia, device, servizi a portata di clic. Una saturazione tale da rendere necessario, per chi vuole emergere, di dotarsi degli strumenti giusti per distinguersi.
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Internet è un megafono: il nostro messaggio può raggiungere chiunque
Tra narrowcasting e socialcasting. Dai messaggi indirizzati da uno verso uno ai contenuti trasmessi attraverso le piattaforme del web partecipativo e fortemente social, dove gli utenti della rete hanno in mano le armi per essere attivi, per rispondere alle sollecitazioni aumentando la produzione di contenuti attraverso opportunità di condivisioni.
Chi si occupa di marketing oggi ha davanti questo panorama. Un universo tecnologico, uno spazio virtuale dove le possibilità di comunicazione diventano varie. Dove veicolare contenuti diventa necessario e rappresenta un vantaggio importate. Perché si può parlare e riuscire a ottenere un’eco non indifferente, a patto di coinvolgere più destinatari possibili. Perché tramite la comunicazione in rete, ciò che si vuole dire può facilmente essere indirizzato a un pubblico di riferimento, che può interagire, confermare o criticare i messaggi. Una possibilità di feedback immediato, cui non ci si può sottrarre.
Attenzione desta e formazione continua. Necessarie per affrontare il nuovo modo di intendere la diffusione di concetti e contenuti. E, soprattutto, cerchiamo di entrare nei pensieri di chi ci legge e di coloro ai quali è indirizzata la nostra comunicazione. Per avere successo bisogna mettersi all’ascolto dell’utente inteso come essere umano. Il punto d’incontro tra marketing e psicologia.
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Stimolare la mente, il primo segreto del marketing
Le pubblicità degli anni ’50 puntavano a sottolineare l’avanzare del benessere e il ruolo della donna come madre e regina della casa. Brand che parlavano ai destinatari di sapori di casa, di bontà culinarie provviste di tutte le caratteristiche necessarie per nutrire e per creare atmosfere familiari.
I tempi cambiano e i valori sui quali puntare cambiano con essi. Ma una cosa resta immutata nell’affascinante mondo del marketing. La necessità di fare breccia, di sollecitare la mente del destinatario. Con chiamate all’azione, carpendo i bisogni e le aspettative di quel determinato pubblico e cercando di trovare le strategie affinché la comunicazione possa risultare efficace. Ecco allora che l’unica certezza su cui ci si possa appoggiare è lo studio della psiche umana. Cosa percepiamo, cosa ci motiva, come troviamo una soluzione.
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5 teorie per un marketing efficace
- Fluidità cognitiva: è la tendenza umana che ci porta a preferire elementi che ci risultano familiari e quindi di più veloce comprensione. Già c’è poco tempo. Sempre di corsa e presi da mille faccende, si opta generalmente per contenuti di veloce e immediata fruizione. Il primo consiglio utile è dunque quello di essere essenziali e coincisi. Adeguiamo le parole alla frenesia della contemporaneità.
- Riprova sociale: influencer, influser, Facebook che ti dice a quante persone piace quel brand. E più sale quel numero più la nostra mente si convince che ci sarà un motivo per cui riceve tutti quei like. Puntare su “testimonial quotidiani” come prova vivente di qualità. Conferire veridicità e tangibilità riportando esempi reali, incoraggiando gli utenti a generare recensioni in modo da poter avere un feedback sul quale gli altri possano costruire la fiducia verso il messaggio.
- Teoria della percezione: è la Psicologia della Gestalt, la teoria secondo la quale vediamo ciò che la nostra mente percepisce. Avete presente l’immagine di un coniglio che può essere anche una papera? Questioni di punti di vista. Dipende da cosa vogliono vedere i nostri occhi. Un buon comunicatore deve sapere interpretare questo particolare aspetto del pensiero umano legato indissolubilmente alla familiarità. Come trascurare quest’aspetto nella creazioni di un contenuto efficace? Non si deve. Cercare di riproporre, con originalità e creatività, quelle forme a cui un fruitore è abituato per non spiazzarlo e far sì che possa godere del messaggio.
- Psicologia del colore: tutti noi siamo attratti o infastiditi dalla presenza dei colori nelle pagine che leggiamo, nei film che guardiamo, nei giornali che sfogliamo. Ogni colore ha un significato e causa una reazione. Bisogna saperli usare con coerenza. Ricordiamoci che siamo nell’era del visuale. Molte volte la scelta di un’appropriata raffigurazione comunica più di mille parole. Velocemente fruibile e facilmente incisiva. Perché una buona immagine resta impressa.
- Modello comportamentale di Fogg: un’azione nasce da una causa scatenante, offre una possibilità e dà una motivazione. La tua audience si chiederà perché deve leggere il tuo messaggio, cosa ne pò trarre e che scambio può esserci tra te e loro. Poniti queste domande prima di lanciare un messaggio rendendolo chiaro, leggibile, aumentando la motivazione per chi legge, usando verbi che richiamano all’azione.
Insomma i consigli non saranno mai esaustivi, perché complessa è la materia e incommensurabile l’ambito della psicologia umana. Questi vogliono essere dei pochi accorgimenti per iniziare a riflettere su quanto sia un’arte affascinante e complessa riuscire a parlare con le persone.
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