
Intelligenza emotiva, la skill che ti garantirà il successo
Il 30 e il 31 ottobre, al World Business forum di Milano, si terrà un incontro con David Goleman. Per chi ancora non lo conoscesse, Goleman è principalmente uno psicologo e autore di numerosi best seller sul management strategico.
Con le sue idee ha influenzato diversi settori, dall’insegnamento alle teorie sulla leadership aziendale. Fulcro del suo pensiero? L’intelligenza emotiva.
Sì, avete capito bene. Emotiva. Non il tanto inflazionato IQ, ma EQ. Una corrente di pensiero, la sua, che evidenzia come determinate caratteristiche personali possano influire decisamente in ambito professionale, diventando quasi prerogativa assoluta perché un leader possa essere considerato davvero un leader.
Non solo studi, ma anche una buona dose di empatia
Secondo diverse ricerche, l’intelligenza emotiva è, per il 58% dei casi esaminati, la chiave di successo in svariati tipi di lavoro. Sembrerebbe che il 90% dei top performer abbiano un’elevata EQ.
Non contano solo gli anni passati tra i banchi di scuola, tra un esame universitario e l’altro, magari il conseguimento di un master. Tutto ciò è sì indispensabile, perché senza preparazione e conoscenza non si potrebbe neanche pensare di svolgere certi tipi di occupazioni. Condizione necessaria ma sufficiente, però. Perché, le qualità che un ottimo leader deve possedere, vanno aldilà dei libri e delle dispense.
Ecco a voi dunque l’intelligenza emotiva, la somma di tutte quelle specifiche peculiarità che potrebbero trasformarvi in un trascinatore affermato. Uno di quei “capi” che ogni lavoratore vorrebbe avere.
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L’intelligenza emotiva vista da vicino
Per lo psicologo statunitense, indicato dal Wall Street Journal e dal Financial Times come uno dei più influenti business thinker dei nostri tempi, questo particolare tipo di intelligenza racchiude in sé l’abilità di poter gestire se stessi e riuscire a ottenere dagli altri alte prestazioni. Una specie di autoconsapevolezza che sta alla base dello sviluppo professionale e del suo successo, che indurrebbe alla capacità di conoscere e controllarsi, per permettersi poi di capire e coinvolgere gli altri. Una specie di “l’unione fa la forza”. D’Artagnan e i tre moschettieri, “tutti per uno e uno per tutti”. Un’intesa, una sorta di social brain che solo un leader con un alto tasso di EQ può riuscire a realizzare.
Come ottenere una leadership trascinante?
Sintetizzando, e di molto, intessendo relazioni interpersonali con i componenti del proprio team.
Se dovessimo spiegare per bene, la cosa è un bel po’ più complessa. Tanto articolata, quanto interessante.
Secondo la teoria, l’intelligenza emotiva comprende 4 domini e si scandisce in circa 12 competenze:
1. Self Awareness: l’autocoscienza e la capacità di gestire le proprie emozioni
2. Self Management: si compone della capacità di controllare le pulsioni, di riuscire ad adattarsi alle situazioni orientandosi al risultato con una prospettiva positiva
3. Social Awareness: la consapevolezza sociale, che si muove tra empatia e maestria nell’organizzare il proprio team
4. Relationship Management: ultimo dominio ma non meno fondamentale. Con questa etichetta si intende la gestione delle relazioni tra i componenti della squadra di lavoro con il leader e l’abilità di quest’ultimo di riuscire a trasformarsi in una guida stabile. Competenze necessarie sono l’attitudine a coinvolgere, essere coach e mentor, fonte d’ispirazione, promuovere il lavoro di gruppo, sostenere e affrontare la situazione quando si fa complicata.
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Impariamo a essere intelligenti con il cuore
Queste skill sono caratteristiche che grosso modo dovrebbero essere innate. Ma con il sostegno di preparati mental coach si possono anche migliorare e portare a risultati più alti. Il punto di partenza è cercare di capire e accettare l’immagine che hanno gli altri di noi, evidenziandone i reali punti di forza e di debolezza.
Mettersi in ascolto di se stessi e degli altri. Perché il successo nel lavoro, ma se vogliamo anche nella vita, è strettamente legato alla capacità di gestirci. Ma tanta parte la fa anche la possibilità di sincronizzarci con gli altri. Perché non viviamo come eremiti. E perché nel mondo lavorativo di oggi, dove il network è sovrano e dove più che mai il concetto di unione diventa indispensabile, avere una guida è necessario e rendere l’ambiente armonico e i propri collaboratori entusiasti e in sintonia con li proprio leader, costituisce una garanzia di successo.
O almeno permette di iniziare qualsiasi attività con prospettiva di ottenerlo, quel successo.
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